La dipendente di una impresa di pulizie, coniugata con un operaio e con figlio minorenne
in età scolare, per diventare proprietaria di un piccolo alloggio (dal valore
dichiarato di euro 70.000) contrae un mutuo al 100% di durata decennale.
A fronte di un salario familiare complessivo di circa euro 1.700 mensili, la rata mensile
originaria del mutuo incide per la misura, all'inizio sopportabile, di circa euro 750.
Trascorsi alcuni anni, si verificano tuttavia tre gravi fatti negativi, che peggiorano la
situazione:
- la crisi del datore di lavoro della donna, che comporta ritardi nel pagamento degli
stipendi e riduzione della richiesta di straordinari;
- la necessità di lavori urgenti e imprevisti nella casa di abitazione;
- un insufficiente controllo delle spese da parte del nucleo familiare.
I coniugi accumulano cosí ritardi nel pagamento delle rate del mutuo e sono costretti
a ricorrere a nuovi prestiti presso società finanziarie determinando una situazione
insostenibile.
Viene quindi richiesto un intervento a La Scialuppa CRT Onlus, valutato in circa euro 18.000,
cifra sufficiente a estinguere l'importo residuo del mutuo, alcuni finanziamenti e il
debito di una carta di credito, che viene contestualmente ritirata e annullata. Gli
impegni mensili della famiglia vengono ridotti di circa euro 300.
Determinante per la concessione di una cosí rilevante garanzia è risultato l'intervento
di una persona estranea al nucleo familiare in senso stretto, ma legata alla dipendente
da un rapporto di stretta parentela: precisamente la madre della donna, pensionata
e vedova, proprietaria di un alloggio acquistato senza mutuo.
La persona in questione, al di là della dichiarata disponibilità a intervenire come
fideiussore, ha dimostrato un alto senso di responsabilità verso la figlia, al punto da
impegnarsi a collaborare alla conduzione amministrativa del menage familiare, con il
preciso fine di controllare le spese ed evitare quindi un irreparabile pregiudizio.
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